Chisol so la gradela

Chisol so la gradela

Letteralmente il dolce cotto sulla graticola, il Chisol è un dolce povero, nato dalla mescolanza di pochi ingredienti e di uso comune che garantisce la presenza in tutte le case dei contadini:

Cos'è


Da tempi lontani a Pozzolengo quasi tutte le famiglie preparano il "Chisol sola gradela" , il dolce cotto sulla graticola.
Un dolce povero, semplice nato dalla mescolanza di pochi ingredienti. Questi sono : farina di frumento, latte, strutto, zucchero e un po' di bicarbonato.

Impastato, si tira una sfoglia dello spessore di uno o due centimetri, e messo a pezzi sulla graticola (il bicarbonato serviva per non farlo colare giù dalla graticola ) .

Chisol so la gradela De.Co. rappresenta un pò le origini di Pozzolengo.

Di fatti, in passato, il paesino ha fondato le proprie risorse sulla coltivazione, in particolare su quella dei cereali e dei loro derivati che costituivano la base dell’alimentazione di buona parte della popolazione.

Fino al secondo dopoguerra, infatti, le risorse economiche delle famiglie erano molto limitate.

Il dolce  ha una ricetta tramandata di generazione in generazione, uno dei tratti caratteristici che le hanno permesso di avere il marchio De.C.O.

Da tempi lontani a Pozzolengo in quasi tutte le famiglie si fa il «chisol sola gradela», il dolce cotto sulla graticola. Era ed è ancora un tipo di dolce povero, semplice da fare. Gli ingredienti: farina di frumento, un po’ di latte e di strutto, pochissimo zucchero e per tenere unita la pasta un po’ di bicarbonato. Impastato, tirata una sfoglia dello spessore di uno o due centimetri, si metteva a pezzi sulla graticola (il bicarbonato serviva per non farlo colare giù dalla graticola). Caratteristiche le righe nere che lasciavano i ferri.
Da tempi lontani a Pozzolengo in quasi tutte le famiglie si fa il «chisol sola gradela», il dolce cotto sulla graticola. Era ed è ancora un tipo di dolce povero, semplice da fare. Gli ingredienti: farina di frumento, un po’ di latte e di strutto, pochissimo zucchero e per tenere unita la pasta un po’ di bicarbonato. Impastato, tirata una sfoglia dello spessore di uno o due centimetri, si metteva a pezzi sulla graticola (il bicarbonato serviva per non farlo colare giù dalla graticola). Caratteristiche le righe nere che lasciavano i ferri.
Da tempi lontani a Pozzolengo in quasi tutte le famiglie si fa il «chisol sola gradela», il dolce cotto sulla graticola. Era ed è ancora un tipo di dolce povero, semplice da fare. Gli ingredienti: farina di frumento, un po’ di latte e di strutto, pochissimo zucchero e per tenere unita la pasta un po’ di bicarbonato. Impastato, tirata una sfoglia dello spessore di uno o due centimetri, si metteva a pezzi sulla graticola (il bicarbonato serviva per non farlo colare giù dalla graticola). Caratteristiche le righe nere che lasciavano i ferri.
Da tempi lontani a Pozzolengo in quasi tutte le famiglie si fa il «chisol sola gradela», il dolce cotto sulla graticola. Era ed è ancora un tipo di dolce povero, semplice da fare. Gli ingredienti: farina di frumento, un po’ di latte e di strutto, pochissimo zucchero e per tenere unita la pasta un po’ di bicarbonato. Impastato, tirata una sfoglia dello spessore di uno o due centimetri, si metteva a pezzi sulla graticola (il bicarbonato serviva per non farlo colare giù dalla graticola). Caratteristiche le righe nere che lasciavano i ferri.

 

«chisol sola gradela», il dolce cotto sulla graticola. Era ed è ancora un tipo di dolce povero, semplice da fare. Gli ingredienti: farina di frumento, un po’ di latte e di strutto, pochissimo zucchero e per tenere unita la pasta un po’ di bicarbonato. Impastato, tirata una sfoglia dello spessore di uno o due centimetri, si metteva a pezzi sulla graticola (il bicarbonato serviva per non farlo colare giù dalla graticola). Caratteristiche le righe nere che lasciavano i ferri.
«chisol sola gradela», il dolce cotto sulla graticola. Era ed è ancora un tipo di dolce povero, semplice da fare. Gli ingredienti: farina di frumento, un po’ di latte e di strutto, pochissimo zucchero e per tenere unita la pasta un po’ di bicarbonato. Impastato, tirata una sfoglia dello spessore di uno o due centimetri, si metteva a pezzi sulla graticola (il bicarbonato serviva per non farlo colare giù dalla graticola). Caratteristiche le righe nere che lasciavano i ferri.